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Il lavoro, la fabbrica e le macchine non hanno cambiato solo il modo di produrre, ma anche il modo di vivere di tutta la società.
Ci si interroga oggi sulla natura del lavoro, diventato precario, flessibile, marginale, che espone a una nuova povertà. Ma qual è stata la percezione del lavoro nell’ultimo secolo nel contesto della pittura italiana?
Questa selezione delle 70 opere più significative dalla Raccolta d’Arte della Cgil, integrata da un significativo apporto dalla Galleria del Premio Suzzara, permette di raccontare ciò che siamo diventati in relazione a quello che il lavoro manuale, la fabbrica e le macchine hanno dato all’uomo.
Nel presente sia l’operaio che l’artista non riconoscono più il senso del proprio sapere e del proprio agire, devono cercare nuove connessioni, così come le tensioni culturali non trovano più espressione collettiva.
Il problema è comune: di regole del mestiere e delle sue tecniche per i lavoratori ridotti alla stessa atopia delle merci; di forma che è ordine per gli artisti nel restituire una relazione, un senso, tra persone, cose, luoghi, spazi.