CapoLavoro

Brescia, Museo di Santa Giulia - 10 ottobre / 10 dicembre 2014



introduzione dei curatori

 

Per più di un secolo la questione del realismo ha accompagnato il dibattito (e l’ideologia) agitando i temi fondanti della cultura e della società.
L’artista “impegnato” descrive i lavoratori e con essi “l’aspirazione ad uscire da una condizione servile e il desiderio di ritrovare, attraverso il lavoro, quella dignità che per millenni era stata loro negata.”

Da queste premesse si può arrivare ad esiti opposti, come indica Lorenzi, da una parte l’arte propagandistica ripetitiva e pedante, che in questa mostra non troverete affatto, dall’altra la vivace sfida a raccontare sulla tela la vita vera, la concretezza dell’esistenza, a materializzare col pennello l’energia di chi fabbrica, manipola, costruisce, agisce fisicamente sul mondo.

L’introduzione inquadra in poche pagine le molte questioni aperte prima con la cultura romantica, poi con l’espressionismo, quindi sulla questione della propaganda (sia nazifascista che sovietica) che reclamava il realismo come bandiera retorica.
Date queste premesse ecco un dopoguerra, il filo più importante delle opere esposte a Brescia, che può sembrare ingarbugliato a chi lo scopre oggi e che Corradini pazientemente dipana; vi troviamo il neorealismo, il dibattito a volte feroce tra la ricerca astratta e quella realista, l’intrusione spesso goffa della “linea politica”, le mille correnti che testimoniano le difficoltà e le diatribe ma anche la fertilità, l’intensità dello sforzo, la genuità delle passioni, l’urgenza di denunciare l’ingiustizia, la precarietà, la diseguaglianza.

Il tutto partendo dalla frase di Gustave Coubert di metà ‘800 “Il realismo è per essenza arte democratica” la cui citazione, leggendo il saggio, scopriamo essere il contrario di quella formuletta ideologica che sembra.

 

Citazioni

(Dal catalogo)

Facile unire i due termini, quello di una ricorrenza in cui morirono troppi lavoratori, e la valorizzazione del mondo del lavoro.

Da questa motivazione originaria sono derivate tanto la scelta primaria (il mondo del lavoro visto dal mondo dell’arte), quanto la scelta successiva, intrinsecamente connessa con la precedente: utilizzare solo le opere che l’Organizzazione Sindacale ha raccolto nel corso della sua storia (acquisizioni, donazioni), cui abbiamo aggiunto opere della raccolta del Premio Suzzara, che si è da sempre originalmente rivolto al mondo del lavoro: “Lavoro e lavoratori nell’arte”.

In una certa misura la scelta del tema e la scelta delle Raccolte utilizzate nella ricerca si sostengono a vicenda, esprimendo entrambe la volontà di valorizzare il mondo del lavoro, letto e interpretato dal mondo dell’arte. Tale scelta ha da un lato ridotto la quantità delle opere ad un periodo, quasi completamente riconducibile al II dopoguerra del secolo scorso, ma ha voluto dall’altro lato sottolineare quella tensione morale, civile e culturale, che il nostro Paese ha espresso in diversi periodi della sua storia.


Come le formiche, dopo distrutto il formicaio…

 

Questa citazione di Renato Birolli sull’artista nell’immediato dopoguerra evoca sia il dopo-strage sia l’attuale momento: l’arte come resilienza e ricostruzione.

Renato Birolli, Taccuini 1936-1959, Torino, Giulio Einaudi editore, 1960, p. 269

“Come le formiche, dopo distrutto il formicaio, siamo vivissimi e agitati; abbiamo come una fretta di lasciare un segno di noi, di rifare la piccola parte di mondo lacerata, ma pensando a tutto il mondo (…) si resta come sbalorditi, come se volessimo soltanto ritmare il respiro, acquietare le angosce.
E resta grave il compito di riconoscersi, di toccarsi quasi a colmare i vuoti lasciati dagli amici scomparsi, che sono vuoti fisici e morali, vuoti nel tessuto organico della cultura e dell’azione artistica”


Pavese su l’Unità nel 46

“Noi non andremo verso il popolo. Perché siamo già popolo e tutto il resto è inesistente. Andremo se mai verso l’uomo. Perché questo è l’ostacolo, la crosta da rompere: la solitudine dell’uomo – di noi e degli altri”



In occasione dell'anniversario dei quarant'anni dalla Strage di Piazza della Loggia

Con il sostegno di

progetto di comunicazione smarketing° - Powered by Wordpress. Workality Theme by Northeme
UA-55614307-1